Era tanto forte l’animo mariano di Sant’Annibale Maria di Francia che dispose all’ingresso dei suoi Istituti le immagini del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria con le frasi:
“Io sono il Padrone di questa Casa e di quelli che l’abitano e mi amano”
“Io sono la Padrona di questa Casa e di quelli che l’abitano e mi amano”
Padre Annibale era profondamente consapevole che la devozione dei suoi figli e figlie alla Vergine SS. doveva essere collegata al loro carisma.
Dalla lettera circolare n.174, del 1 aprile 1922, indirizzata dal Canonico Di Francia a tutti i Rogazionisti, si legge:
«Io spero che la devozione alla SS. Vergine abbia ad essere una speciale caratteristica della nostra minima Opera. Io sono certo che la Comunità dei piccoli Rogazionisti debba attirare uno specialissimo amore della gran Madre di Dio su di loro.
Essa ama assai i giovanetti di ogni Istituto Religioso, quando in esso regna il Gesù Sommo Bene, ma noi dobbiamo dire che ama con maggiore tenerezza una comunità di cari figli che siano consacrati, oltre che alle opere della Carità, al Divino Comando di Nostro Signore Gesù Cristo: Rogate ergo Dominum messis, ut mittat operarios in messem suam. […]»
Padre Annibale volle che si celebrasse il primo giorno di ogni mese l’atto di consacrazione alla SS. Vergine del Perpetuo Soccorso ed era prescritta l’astinenza da frutta e la meditazione sulla Madonna.
Si racconta che l’Apostolo per le vocazioni pensò di fare parte dell’Ordine del Carmelo, quando non era ancora sicuro della sua vocazione di Rogazionista.
Comunque decise di farsi Terziario Carmelitano e scelse un colore Carmelitano per l’abito religioso delle Figlie di Zelo Divino.
Il Cuore Immacolato di Maria, ieri e oggi
Ieri come oggi si affida al Cuore Immacolato di Maria quell’Umanità distratta dal potere prevaricatore.
Papa Francesco affida alla Regina della Pace la causa della pace tradita in più parti del mondo, non diversamente da Papa Paolo PP. VI che, nella Lettera Enciclica “Mense Maio” del 29 aprile 1965, scriveva:
«Appunto perché il mese di maggio porta questo potente richiamo a più intensa e fiduciosa preghiera, e perché in esso le nostre suppliche trovano più facile accesso al cuore misericordioso della Vergine, fu cara consuetudine dei Nostri Predecessori scegliere questo mese consacrato a Maria, per invitare il popolo cristiano a pubbliche preghiere, ogniqualvolta lo richiedessero i bisogni della Chiesa o qualche minaccioso pericolo incombesse sul mondo.
E Noi pure, Venerabili Fratelli, quest’anno sentiamo il bisogno di rivolgere un simile invito a tutto il mondo cattolico. Se consideriamo, infatti, le necessità presenti della Chiesa e le condizioni in cui versa la pace nel mondo, abbiamo seri motivi per credere che l’ora è particolarmente grave, e urge più che mai l’appello ad un coro di preghiere, da rivolgersi a tutto il popolo cristiano. […]»
E noi pure, oggi come ieri, quest’anno sentiamo il bisogno di affidarci alla Beata Vergine Maria, porgendoLe la corona di rose tradotte in Ave Maria.
L’ora è particolarmente grave per tutti i bambini in più che, chiamando mamma, risponde soltanto l’eco del vuoto lasciato da una bomba.
Troppe parole, mentre basterebbe una sola parola: pace.
Pace nelle relazioni umane, nell’anima di ciascuno in corsa verso le cose materiali e non verso i buoni sentimenti che germogliano altro bene, nel porgersi alla natura con rispetto e non con la pretesa di poterne disporre senza lungimiranza.
Che ogni Ave Maria sia un saluto dell’anima a mani giunte all’altare della Pace!