Ripartire sempre

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“Sono la sola persona che in queste prime ore ancora notturne del giorno che inizia passeggia pensieroso sui ponti deserti della nave che da Durazzo mi porta verso Bari in Italia. I motori vanno a pieno regime, il vento fischia, ma la temperatura è gradevole.
Ho lasciato l’Albania per una nuova destinazione apostolica.
È noto che noi religiosi dovremmo essere abituati alle partenze, disponibili e pronti a vivere il nostro ministero dove si manifestano urgenze che richiedono nuove presenze. È una disponibilità che esprime una esigenza tipica della nostra vocazione che non è circoscritta ad un luogo, ma ha le dimensioni del mondo.
Bisaccia, bastone e sandali sempre sulla soglia, pronti ad andare dove il Signore ci chiama.
Disponibilità che fa parte della tradizione della VC e che può sembrare a taluni oggi ormai sorpassata.
Ci si appella all’autodeterminazione, al proprio personale discernimento. Invece la disponibilità, pur data con sofferenza “gioiosa”, intende essere espressione di libertà interiore, adesione a quella che definiamo la volontà di Dio.
Ogni partenza è certamente uno strappo, perché non siamo abituati a lavorare soltanto con le mani, l’intelligenza, la competenza, la tecnica, impegniamo soprattutto, nei diversi ministeri trasmessi ed accolti, il cuore. Il cuore con i
confratelli, le consorelle, con la gente, con le situazioni, con il sole, l’aria, il vento, le pietre con l’ambiente stesso, dove fino ad ora abbiamo operato.

E il cuore ha le sue ragioni che vanno immerse nelle ragioni imponderabili di Dio.

Arrivederci Albania.”

Padre Giorgio Nalin

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