Il Convegno “Cultura, Fede, Santità. La storia della Basilica Antoniana nel centenario della sua fondazione”.
Venerdì 15 ottobre si è svolto nell’Aula Magna del Rettorato il Convegno dal tema:
“Cultura, Fede, Santità. La storia della Basilica Antoniana nel centenario della sua fondazione”.
L’iniziativa rientra nel programma delle celebrazioni culturali e religiose del centenario della Basilica Santuario di S. Antonio dei Padri Rogazionisti, finalizzata a riflettere sui cento anni di storia, di fede, di santità e di cultura di questo speciale “luogo dello spirito”.
La Basilica Antoniana da cento anni è operaia tra gli operai della messe di S’Annibale Maria Di Francia, Santo Fondatore dei Rogazionisti e dalle Suore Figlie del Divino.
Al Convegno sono intervenuti:
il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, il Padre Generale dei Rogazionisti P. Bruno Rampazzo,
Hanno relazionato i docenti universitari di Messina:
prof. Raffaele Manduca, prof. Emanuele Castelli, prof. Filippo Grasso, la prof.ssa Carmen Salvo dell’Università di Catania e Sr. Antonina Sgrò della Comunità religiosa di Padova.
Mons. Giuseppe Costa, ordinario di sacra scrittura presso l’ITST Messina, ha concluso i lavori, moderati dal giornalista Antonio Tavilla.
Il Convegno non poteva che avere luogo nell’Aula Magna del Rettorato, come lo stesso P. Mario Magro, Rettore della Basilica Antoniana, ha relazionato durante l’introduzione ai lavori:
«[…] luogo di cultura e di formazione, “luogo del discernimento, luogo della conoscenza della realtà, per alimentare la speranza – come afferma papa Francesco parlando dell’Università – “luogo in cui si elabora la cultura della prossimità”, la cultura del dialogo e del confronto costruttivo; “luogo della formazione alla solidarietà”, elemento fondamentale per un rinnovamento delle nostre società, per non lasciare nessuno al proprio destino”.»
Ha aggiunto:
«Sono contento che il Convegno si svolga proprio qui nell’Università per tutti i motivi che ho citato or ora, in quanto la Basilica di S. Antonio con l’annesso Istituto Antoniano dopo 100 anni di vita dalla sua fondazione, sono entrambi una magnifica realtà di fede e carità, dove la speranza, la prossimità, la solidarietà e la religiosità popolare si innestano nel tessuto sociale e civile della nostra città ed hanno da raccontare ancora oggi una storia della viva presenza dell’infinito amore di Dio misericordioso e generoso per l’umanità.»
Inoltre, P. Mario ha ricordato la doppia valenza della Basilica e dell’Istituto Antoniano:
«La storia del quartiere Avignone, risanato e redento da S. Annibale, e culminata nell’edificazione del Santuario, oggi Basilica, e dell’Istituto Antoniano, che a breve celebrerà anche i suoi cento anni di fondazione, essendo nato dopo la basilica di S. Antonio, queste due realtà sono le meravigliose perle che il Santo Concittadino P. Annibale lascia alla sua città come segno imperituro di civiltà nuova in tempi nuovi, simbolo di carità e legame indissolubile tra la Città e Dio, cosi come affermò egregiamente il Padre Domenico Franzè francescano nel discorso inaugurale della posa della prima pietra del santuario il 3 aprile del 1921.
E` vera civiltà, quella di portare a conoscenza e trasmettere una storia che appartiene ad una comunità civile e religiosa e far sì che i suoi valori siano costantemente rinvigoriti e rafforzati attraverso il nostro agire ed il nostro operare per il bene della società ed in particolare il bene della dignità delle persone.
La Basilica di S. Antonio e l’Istituto Antoniano ci raccontano dunque una viva e concreta storia di umanità, di profonda religiosità, di fratellanza e di solidarietà.»
“[…] il voto è compiuto, una pietra segna il principio, la base su cui sorge il tempio desiderato.
La Chiesa, col suo rito solenne, viene a santificare questo luogo che dovrà essere il soggiorno di Gesù, la casa del Dio Vivente, il Santuario delle anime.
La pietra posta alle fondamenta del Santuario simbolo della pietra angolare che è Cristo Gesù, rappresenta:
il trionfo di un’idea, il cammino di una civiltà, il progresso morale di un popolo.
La carità oggi ha posto questa pietra: nessuno oserà toccarla.
Centomila messinesi l’hanno oggi consacrata col bacio del loro cuore, con l’alito della loro anima ardente!”
A conclusione, Padre Mario esclama:
«Ed io aggiungo: cosi continua a vivere nel tempo e nella storia!»