
San Giuseppe, il padre nella tenerezza
24/01/2022
Ucraina, la Basilica Antoniana c’è
13/03/2022Io l’amo i miei bambini, ei per me sono
Il più caro ideal della mia vita.
Li strappai dall’oblio, dall’abbandono,
Spinto nel cor da una speranza ardita. […]
(Sant’Annibale Maria di Francia, Io l’amo i miei bambini)
Con queste parole Sant’Annibale M. Di Francia si rivolgeva ai suoi bambini, salvati da chi non ne avesse memoria e cura. Rappresentavano la speranza ardita accompagnata ‘a più civil fortuna’, lontano dal degrado materiale e morale del quartiere Avignone, fazzoletto di terra vessata da povertà e suprusi.
Da quel 19 marzo 1882 sono trascorsi 140 anni, quando il Canonico Di Francia con i suoi primi collaboratori avviava l’opera educativa. Organizzò un pranzo solo per i piccoli poveri del quartiere Avignone, al quale parteciparono più di 50 bambini coperti di stracci, serviti a tavola dai sacerdoti.
Scriveva il giornale “La Parola Cattolica” del 21 marzo 1882:
«Quel convito fu come l’inaugurazione di una specie di asilo infantile, che si aprì quel giorno sotto gli auspici del Patriarca San Giuseppe, da cui prese il nome.
Ora l’asilo è già in esercizio e uno stuolo di quelle fanciulline disperse, abbandonate vi sono già raccolte tutta l’intera giornata per ricevervi una discreta istruzione e avviamento al lavoro. Anche questo è un piccolo e modesto incominciamento: un granellino di senape gettato in mezzo all’arido e spinoso terreno di quell’orrendo quartiere».
Ma quale sarebbe stato il commento di Padre Annibale nel conoscere i dati diffusi dall’Onu in occasione della Giornata Mondiale contro l’impiego dei Minori nei Conflitti Armati 2022.
#RedHandDay ricorre il 12 febbraio ogni anno dal 2002, quando entrò in vigore il Protocollo Opzionale alla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia contro il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati.
Nel 2020 le Nazioni Unite hanno registrato 26.425 gravi violazioni, fra cui il reclutamento e l’uso di 8.521 bambini.
In occasione della giornata contro l’uso dei bambini in guerra Papa Francesco scrive:
«I bambini soldato sono derubati della loro infanzia, della loro innocenza, del loro futuro, tante volte della loro stessa vita.
Ed inoltre sono derubati della libertà.
Pensiamo alle ragazze costrette a sposare combattenti maschi adulti e a vivere sotto il loro totale controllo.
Non soltanto diventano parte attiva nelle operazioni di trasporto, assistenza medica, cucina, pulizia, traduzione e cura dei bambini, ma persino nel conflitto imbracciando kalashnikov.
Continuava Sant’Annibale nella sua poesia:
[…] Pargoletti dispersi in sul cammino,
Senza amor, senza brio, senza sorrisi.
Ahimè, quale avvenir, quale destino
Li avria nel torchio del dolor conquisi!
Oggi quanti pargoletti dispersi ignorano il valore dell’infanzia.
Eppure l’infanzia è da considerarsi l’età germinativa di sane generazioni per un futuro di buona convivenza civile.
Di certo è un diritto inalienabile da esercitare e non rinunciare a causa di scelte miopi adottate intono a tavoli politico-strategici dove la persona viene trasformata in arma tattica a difesa di alcuni interessi di parte.
Quanti bambini nel mondo sono incolonnati sulle strade della fuga da guerre insesate? Annegati in acque straniere oppure nascosti persino a sè stessi?
[…] Ahimè, quale avvenir, quale destino – invocava Padre Annibale per i suoi pargoletti.